Sono 55 le domande pervenute per il nascente progetto di housing sociale e condominio solidale.
Ora “Open”, “Ream”, e Fondazione NoiAltri provvederanno alle selezione dei candidati
Si sono chiusi il 31 gennaio i termini per candidarsi come inquilini del nascente “condominio solidale” di via Vallauri, angolo viale Ambrogio da Fossano. Sono 55 le domande pervenute (a fronte di 31 unità abitative) al Comune che ha fatto da punto di raccolta. Un condominio costruito da Open Srl col supporto del fondo Ream per l’housing sociale (in cui c’è anche la Fondazione Crf) a cui passerà la proprietà dello stabile a fine lavori. Sarà il fondo ad affittare gli alloggi, ai condòmini selezionati, a prezzi calmierati: una fascia “grigia” della popolazione non sufficientemente povera per accedere a una casa popolare ma che fatica a sostenere un affitto sul libero mercato. Il bando, e i relativi allegati, erano disponibili sul sito di Fondazione NoiAltri Onlus e sono stati scaricati – informano – circa duecento volte. “Duecento download e cinquantacinque adesioni sono numeri buoni – commenta l’assessore Cristina Ballario -, segno che il messaggio alla popolazione è arrivato in maniera corretta. Non si tratta infatti di un condominio sociale (case popolari, ndr) ma solidale, cioè in cui ci si dà una mano l’un con l’latro e il cui affitto però deve essere sostenibile da parte dei locatari. Queste due condizioni avevano come target una precisa fascia di popolazione che ha risposto in maniera e in numero adeguato direi”. Il Comune non avrà ruoli attivi nel processo di selezione, se non quello della verifica dei requisiti che per legge – su un progetto di housing sociale – devono essere rispettati: cittadinanza italiana, residenza e lavoro in provincia di Cuneo, non possesso di altri alloggi adeguati al nucleo familiare, se extracomunitari risiedere in Italia da almeno cinque anni e dimostrare di avere un’attività lavorativa stabile. Oltreché reddituali: massimo di 42.681 euro (netti) calcolati per il nucleo familiare, e minimo non inferiore a un terzo del canone annuale.
La nova corte e Casa comune
Già nel nome del piano di social housing fossanese (“La nova corte”) c’è il senso del progetto che parallelamente Fondazione NoiAltri ha messo in campo per il nascente condominio. “Casa comune” sarà infatti l’insieme delle azioni (“di buon vicinato”) che ciascun condòmino sarà chiamato a realizzare per gli altri inquilini: un modo per condividere spazi, tempi, idee, progetti come in un grande cortile in cui ci si dà una mano: a fare il bucato in una lavanderia unica, a creare un gruppo di acquisto solidale, un banca del tempo, un portierato sociale o un gruppo per il baby-sittering o ancora per aiutare i bambini nei compiti… “Le candidature sono ora in mano a Mario Giletta, ‘ad’ di Open – dice Ivano Bresciano di Fondazione NoiAltri – per una prima fase di digitalizzazione. Dopo la necessaria verifica dei requisiti, si passerà a valutare le domande, anche con le nostre organizzazioni sociali e in particolare con l’associazione Arcipelago che avrà l’incarico di coordinare l’animazione sociale del condominio”. Come sarà? “Impossibile dirlo ora, prima bisogna valutare vis-à-vis l’attitudine delle persone che hanno manifestato interesse al progetto, verificarne il reale coinvolgimento, disponibilità, volontà. Soltanto così di potrà delineare un piano concreto. Purtroppo la prevista comunità per disabili non sarà avviata perché non c’è in questo momento un gruppo di persone sufficientemente affiatato. Tuttavia siamo possibilisti che si possa creare un’opportunità simile importante in altri progetti”. Quando verranno consegnati i primi alloggi? “Pensiamo verso i primi di aprile”. Cinquantacinque adesioni, troppo poche? “Non credo, anche se mi sarei effettivamente aspettato qualcosa di più – continua Bresciano -, tuttavia mi sembra un buon numero per operare una corretta selezione”. Cinquantacinque candidature nelle quali si riconoscono circa la metà di nomi, almeno apparentemente, stranieri: “È un segnale importante, ci dice quanto gli immigrati siano spesso più propensi alla condivisione, alle nuove sfide, al mettersi in gioco in progetti del tutto nuovi e singolari, come lo sono La nova corte e Casa comune”.